Io e Manu, molto “sostenibili”, quella sera ad Hanoi ce ne siamo andate a mangiare in uno di quei baracchini che si trovano sulla strada e che fanno un ottimo barbecue e con soli 2 euro ci siamo fatte la grigliata di pesce.
Abbiamo parlato di tante cose con la voglia di conoscersi di piu, di scambiarsi riflessioni e soprattutto di trascorrere una bella serata insieme. Lei non sa quando rientrera’ in Francia, ha mollato il suo lavoro per poter viaggiare fino a quando puo’ permetterselo e per poter fermarsi nei posti piu’ incontaminati partendo dal Vietnam per poi risalire verso la Cina fino la Mongolia e da li’ forse proseguendo con la Transiberiana.
Dopo la grigliata ce ne siamo andate in un altro baracchino tipico di queste parti dove ti servono la tipica birra locale la “Hay Hoi”, molto economica e le cui caratteristiche fanno si’ che possa essere bevuta solo nell’arco di poco tempo date le sue proprieta’ . I baracchini che la vendono sono facilmente riconoscibili perche’ hanno delle enormi grandi cisterne in cui vengono riempite le pinte. Accomodarsi in un luogo simile ti permette di vivere la strada e di fare facilmente amicizia con qualche locale o avventore che si siede per rilassarsi sorseggiando questa birra e nel frattempo osservando i passanti che sfilano di fronte ininterrottamente. Accanto a noi, stavamo seduti una coppia di 50enni americani che non hanno perso occasione di parlare con noi, intavolando la solita conversazione sullo scambio dei propri itinerari di viaggio o suggerimenti sui posti migliori dove fare buoni acquisti.
Stavamo molto bene e soprattutto tranquille li’ senonche’ abbiamo vissuto un incubo. Un ragazzino che vendeva libri per strada, ad un carto punto, ci si siede accanto e comincia a scherzare insieme a noi. Ci racconta un po’ di come vive. Ma improvvisamente, dopo un po’ che stava li’, come vivendo in un film ho visto avvicinarsi al nostro tavolino dei ragazzi con delle bottiglie di vetro vuote tutti intenzionati a scagliarli nella nostra direzione. Io d’istinto cerco una via di fuga che purtroppo non c’e’ perche’ sono circondata da dei tavolini; non so che fare…Nel momento in cui i ragazzi lanciano le bottiglie chiudo gli occhi sperando di non essere colpita. I ragazzi scagliano le bottiglie verso il ragazzino che cerca di disvincolarsi in qualche modo. Ma i ragazzi lo brancano e cominciano subito dopo a prenderlo a pugni e calci davanti ai nostri occhi. Lui all’inizio e’ a terra circondato ma per fortuna con uno scatto riesce a rialzarsi e a scappare velocemente creandosi un varco tra di loro. Gli altri ragazzi, saranno una decina in tutto, allora lo inseguono e tutti scompaoiono dietro l’ultima curva, sotto gli occhi di molti passanti increduli dello spettacolo. La situazione e’ pietrificante, mi sembra di essere in un film di Bruce Lee in cui c’e’ la risoluzione dei conti. Siamo tutti sconvolti e la prima cosa che faccio appena i ragazzi si allontanano e’ accertarmi che Manu e gli altri stiano tutti bene. Per fortuna nessuno di noi due ha incredibilmente incrociato la traiettoria del lancio delle bottiglie dato che tutti i pezzi di vetro alla fine erano praticamente sotto ai nostri piedi! La povera donna proprietaria del baracchino e’ molto arrabbiata ed amareggiata dalla scena vissuta, perche’ cosi’ perde i clienti che dallo spavento che magari quella non e’ una zona tranquilla da lei non ci vanno piu’. Ci spiega che i ragazzini che vendono libri sulle strade lo fanno illegalmente e di conseguenza non si possono fermare per troppo tempo in un posto per non essere notati loro in primis e subito dopo mettendo in mostra tutta la categoria degli ambulanti. Questo comporta da parte di tutti loro della creazione di un codice di comportamento da seguire che se viene infranto porta a violente scene come queste. Mi auguro vivamente che il ragazzino sia riuscito a scappare. Credo che dalla giovane eta’ a volte la voglia di trasgedire sia normale, ma aleggia anche un’incoscienza e soprattutto la voglia di lasciarsi giustamente andare dalla sua cruda realta’ per cercare ogni tanto di svagarsi sedendosi per qualche minuto semplicemente accanto a noi a conversare. Dura concessione nei vicoli di Hanoi…
Io e Manu completamente sconvolte e il battito accelerato, ci spostiamo da li’ purtroppo per le donne del baracchino , perche’ abbiamo bisogno di ripigliarci un attimo. La nostra serata e’ proseguita altrove e gradatamente ci e’ tornata la tranquillita’ ma non abbastanza per farci stare in giro tanto tempo, entrambe avevamo bisogno di tornare nelle nostre stanze a rilassarci e a far passare la giornata fino a quella successiva.
Ci siamo salutate col pensiero rivolto al destino che se sara’ magari un giorno ci rincontreremo. Tutto il bene per Manu…
(Tree House, 18 aprile 2008)