Viaggi
Racconti e contributi personali di viaggio
Chapter 7: ALDILA’ DEL CAMPO E I SALUTI (Part 3)
Dopo il villaggio del sud con il nostro pick up abbiamo solcato le colline delle regione sud di Chiang Rai e ci siamo diretti nel villaggio natale di Mitzi. Li’ c’erano i suoi bellissimi nonni e il fratello ad accoglierci. I genitori di Mitzi, come ho gia’ detto, posseggono un piccolo appezzamento di terreno dove coltivano il caffe’e lavorano tutto il giorno per tutta la settimana al terreno. Di conseguenza a casa di Mitzi non c’erano e sarebbero rientrati verso le 18. Ho visto nello sguardo di Mitzi un po’ di sconforto, lei non va spesso a trovarli, l’ultima volta che ha visto i suoi genitori e’ stato 2 mesi fa e ora chissa’quando li avrebbe rivisti. Insomma io ho detto a Mitzi che se dipendeva da me potevano restare al suo villaggio tutto il tempo necessario per aspettare che tornassero dal campo. Ma in realta’ noi eravamo li’ di passaggio, eravamo oltrettutto una quindicina di persone…come fare per organizzarci a restare di piu’??! Quindi siamo rimasti il tempo necessario per pranzare nella sua modesta casetta e ripartire verso Chiang Rai.
Il tragitto dal villaggio di Mitzi a Chiang Rai e’ stato incredibile, strade sterrate, scorciatoie improvvisate per scavalcare colline su colline e arrivare prima alla strada asfaltata…oltrepassando coloratissime e profumatissime coltivazioni di caffe’ in quella zona, appunto, frequentemente coltivato. Se non fosse stato per il nostro super pick up non ci saremmo mai arrivati ad oltrepassare quelle colline! Siamo arrivati alla "base", alla sede dell’Afect di Chiang Rai in quella stessa serata.
Il giorno successivo siamo andati in escursione al "Triangolo d’Oro", chiamato cosi’ perche’ e’ il punto in cui convergono i confini di Thailandia, Laos e Birmania, separati dal mitico fiume Mekong…zona famosa per il commercio di oppio nei secoli passati. Da li’ abbiamo visitato il Museo appunto…dell’oppio e mi sono fatta una cultura incredibile delle varie possibilita’ di utilizzo dell’oppio (lecite e non). Qualche giorno prima eravamo gia’ andati a visitare il museo di Khun Sa, colui il quale e’ stato considerato il "re dell’oppio", ideatore del commercio, esponente politico birmano molto potente fino agli anni ottanta. Al museo, un’intera area era ovviamente dedicata a lui. Dal Museo abbiamo preso lo speed boat fino al confine laotiano sull’altra sponda del Mekong in cui c’era un mercato, in cui temporaneamente si puo’ andare senza visto. Io li’ sinceramente mi son un po’ rotta, poiche’dopo aver visto 200 pareo e borse tutte uguali, avevo solo voglia di leggere il mio libro. Cosi’ mentre gli altri giravano per bancarelle io mi son seduta sulle sponde del Mekong a leggere un altro capitolo di Kerouac. Nel frattempo il nostro guidatore di speed boat ed i suoi colleghi thai/laotiani stavano giocando poco lontano da me ad un gioco con le carte, cosi’ mi sono avvicinata incuriosita, anche perche’ stavano facendo un baccano ogni volta che lanciavano una carta al centro e volevo capire il perche’. Diciamo che non ci ho capito niente, ho solo capito che loro ovviamente non spiaccicavano una parola d’inglese ma a loro modo mi hanno fatto capire che era un gioco vietnamita. Dopo tutto questo temporeggiare i miei compagni di avventura avevano terminato lo shopping e quindi eravamo tutti pronti per "rientrare in Thailandia" dove Mitzi e Ayo ci stavano aspettando per rientrare all’Afect.
La sede Afect sa molto di ostello della gioventu’. Siamo sistemati al primo piano in una camerata coi nostri sacchi a pelo, ci sono i bagni in un’altra zona al lato del nostro stanzone con acqua ovviamente…fredda. Al piano di sotto si concentra tutto il resto, cucina e sala riunioni e angolo delle attivita’, tutto ovviamente e rigorosamente in stile "Akha" con la "porta di entrata del villaggio" (che non puo’ mai mancare in un villaggio Akha) in legno e la "casetta degli spiriti". Abbiamo passato i nostri ultimi giorni della settimana qui e venerdi’ c’e’ stata la festa conclusiva. Ognuno di noi ha preparato qualcosa da mangiare del suo paese. Ed io ovviamente ho fatto gli spaghetti…ma con aglio, olio e peperoncino!
Il pomeriggio stesso di venerdi’ siamo andati a fare la spesa in un mega supermercato di Chiang Rai. Non ho trovato il pomodoro…solo ketchup e quindi da li’ la decisione di preparare spaghetti aglio, olio e peperoncino. La sera, grandi preparativi, e’ stata una commistione incredibile di cultura e tradizione. E’ stato allestito un’area per una mega mangiata rigorosamente a terra su delle stuoie su cui sopra sono stati messi dei piccoli fornelli dove cucinare la carne. Insieme a noi, all’associazioni ci sono i volontari di medio/lungo termine e venerdi’ ci hanno raggiunto altri giovani Akha che per l’occasione si sono uniti ai festeggiamenti. I miei 2 chili di spaghetti, senza peccare di modestia, sono venuti bene, nonostante li ho cucinati dentro al wok e sul fuoco stile western dietro a mille peripezie che hanno fatto morire dal ridere i miei compagni del campo!
A-Tu,il capo dell’associazione, ci ha radunati tutti attorno a lui e ci ha fatto il rito di commiato Akha. Ho vissuto un momento carico di solidarieta’ e di energia che non mi potro’dimenticare mai. Lui vestito solennemente con gli abiti locali, ad uno ad uno, ci ha fatto delle offerte di cibo, bevande, una collana fatta di semi e ci ha legato un braccialetto quale rito propiziatorio e di purificazione tipico Akha. Il mio bracciale e’ stato legato "in modo fluido" che poi mi hanno spiegato essere un buon segno, nel senso che i miei spiriti buoni vegliano su di me.
Cio’ che ho vissuto al campo non ha pari, l’esperienza piu’ bella della mia vita. Ho vissuto intensamente ogni attimo e ogni persona. I villaggi…i bambini…le tradizioni Akha acquisite fanno parte di me ed hanno arricchito il mio cuore e il mio patrimonio personale. Mitzi mi manchera’ tantissimo, le voglio bene come ad una piccola sorella. L’ultima sera le ho regalato il mio zainetto, che mi aveva detto piacerle tanto, insieme a 2 libri per migliorare l’inglese; lei non se l’aspettava e le si sono illuminati gli occhi, a me s’e’ riempita l’anima. E i ragazzi del campo…Danielle, Zack, Mathilda, Eungyoung…tutti…mi mancheranno tanto anche loro!
(Louang Prabang, 19 march 2008)
Chapter 6: Il CAMPO (Part 2)
Chapter 5: IL BREAK E LE RIFLESSIONI
Chapter 4: UN PO’ DI INFORMAZIONI
Chapter 3: IL CAMPO (Part 1)
Chapter 2: THAILANDIA RURALE
Chapter 1: CHI BEN COMINCIA…
Non sono neanche qui da 2 giorni che mi sono gia’ successe un sacco di cose!
Sono tornata “a casa” e mi sembra di non essere mai partita. Forse qualche intaccamento turistico in piu’ ma per il resto tutto uguale!! Cammino due spanne sopra al pavimento, a testa alta e con gli occhi che mi brillano, sono libera e piena di energia!
Ho passato i primi due giorni a Bangkok, prima coi miei ex colleghi Blue Panorama, visto che sono arrivata dall’Italia col loro volo. Mi ha fatto un effetto strano risalire dopo tanto tempo nel mio “ex ufficio” e per di piu’ da “passeggera”. Soprattutto e’ stato bellissimo rincontrare degli amici che non vedevo da tanto e sentire il bene che c’e’ tra noi nonostante le distanze. Ci siamo divertiti un po’ insieme, come se fossi “in sosta” con loro nei tempi che furono.
Il giorno successivo ci siamo salutati e mi sono buttata nelle strade fricchettonissime di Kao Sarn Road, il bordello sceso in terra…gente proveniente da tutte le parti del mondo si riversa in questa stradina condividendo le proprie emozioni di spirito libero col resto del mondo. Grazie alla mia amica Raffy e al suo ragazzo Marco, ho avuto la dritta di una guest house niente male, in una stradina poco distante da Kao Sarn ma molto meno caotica. A soli 6 euro ho la cordialita’ del vecchietto proprietario, camera pulita e acqua calda (un vero lusso per i veri backpackers ma per 6 euro di puo’ fare!!). Grazie amici!
La sera, mi sono buttata nella mischia, ma in modo molto qualitativo…prima di tutto un bel super massaggio e poi mi son scelta il localino che sta dietro la strada principale, dove suonano buona musica…
Quando si viaggia e’ tutto molto piu’ solidale e amichevole, soprattutto quando si viaggia da soli dove le conoscenze arrivano spontaneamente. Ho fatto gruppeto con un americano, musicista/compositore di San Diego, che ha mollato tutto per vagare per il globo; un canadese, stesso destino, ma fra due giorni torna a casa perche’ ha finito i soldi; 2 ragazzi israeliani; 1 irlandese e 1 ragazza argentina che oggi partiva per la Nuova Zelanda (leggera deviazione prima di tornare a Buenos Aires). Nuove amicizie e grandi dritte!! Ho avuto un mucchio di informazioni sul posto i cui voglio andare io quando andro’ in Laos!
Ma ora sono QUI…Chiang Rai..
Ho lasciato il bordello di Bangkok e sono arrivata oggi pomeriggio nella pace piu’ pura che si possa respirare in tutta la Thailandia. Natura coloratissima e sterminata, tanti animali e la gente…La gente e’ cordiale e sincera, un loro sorriso ti riempie il cuore, cio’ che loro fanno per il prossimo e’ sentito profondamente. In generale tutto il nord e’ cosi’ ma qui credo di aver toccato l’armonia piu’ intensa.
Mi sono sistemata in una piccola guest house immersa nel verde, dove si vive una tranquillita’ magnifica. Gli odori e la pace ondeggiano creando un’atmosfera che ti avvolge completamente. Mi sono fatto un piatto di riso e pollo nel giardino e ho appuntato i miei pensieri sul diario di viaggio. Ho dormito un paio d’ore e poi sono andata a vedere dove si trova la stazione degli autobus per l’appuntamento di domani coi ragazzi del campo di lavoro. Credo che con lo zaino sulle spalle me la posso fare pure a piedi…Da li’ mi sono imbattuta nel solito night market di ogni citta’ asiatica e ho avuto un bellissimo incontro ravvicinato con dei cuccioli di cane in una bancarella. Ho cercato di capire se si potevano adottare, ma i venditori della bancarella non parlano una parola d’inglese…ho solo capito che non sono li’ per essere adottati(come ho gia’ fatto con la piccola Sat a Koh Pangan) e non voglio indagare oltre (qui con gli animali, soprattutto i cani e i gatti, sono un po’ “strani”). Quindi me li sono coccolati un po’, poi mi son girata senza piu’ voltarmi e me ne sono andata!
Le parole d’ordine di questo mio viaggio sono MAI PEN RAI STATE OF MIND e IL VIAGGIO DELLE RELAZIONI E DEI MIEI “OCCHI NUOVI”…è ciò che sento profondamente ora che sono qui.
Domani inizia il campo di volontariato e io non vedo l’ora di buttarmi nella foresta insieme a tante belle persone con cui condividersi e viversi. Non so se sarò facilmente collegata col resto del mondo ma i pensieri li conserverò fino alla prossima volta in cui potrò trasmetterli a chi avrà voglia di riceverli.
PS: Ciao mamy e papy vi voglio bene!
(Chiang Rai, 29 february 2008 20.56 Local Time)
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