Oggi sto a Phonsavan, circa 300 km a sud di Luang Prabang, un posto completamente diverso da tutto il resto del Laos.
Siamo venuti qui ad esplorare la misteriosa "Piana delle Giare". Dietro a queste giare girano varie leggende, sul fatto che non si sanno le loro origini e perche’ queste giare di varie dimensioni si trovino sparse su alcune zone del territorio ad una trentina di chilometri da Phonsavan. I luoghi sono particolarmente suggestivi e sono divisi in 3 diversi siti. All’interno del sito numero 1, il sito col maggior numero di giare (circa un 200), si trova una grotta che durante la guerra la gente del posto ha usato come nascondiglio e siccome non dovevano essere scoperti, per diversi mesi centinaia di persone hanno vissuto al buio in questa grotta perche’ se avessero acceso il fuoco si sarebbe visto e sentito il fumo. Siamo entrati in questa grotta e abbiamo spento la luce per immaginarci quello che hanno vissuto loro. Solo la sensazione di stare li’ mi ha provocato dentro un senso di angoscia e soprattutto il senso di soffocamento, nello stare in un luogo grande ma che per cosi’ tante persone ammassate al buio tutte insime diventa un incubo ancora peggio se al buio. A volte l’uomo supera delle prove incredibili ed ancora una volta penso a cio’ che siamo nei nostri giorni, quanto tutto sia cosi’ facile. Penso che le generazioni passate o persone in alcune zone del mondo hanno patito e stanno ancora patendo sono l’esempio di quanto la gente a volte non sia in grado di fermarsi a pesare obiettivamente il senso delle cose che vive.
Su Phonsavan e su tutto il suo circondario, sembra che il silenzio abbia preso il sopravvento levando lo spazio al tempo per lasciar riflettere chi lo visita. Phonsavan si estende su un’immensa pianura, ovunque ci si volti non si vede il delimitare dell’orizzonte. E’ un paesaggio che non ci si aspetta venendo da altri luoghi del Laos, noi per raggiungere questo posto da Luang Prabang abbiamo preso un local bus la mattina molto presto percorrendo strade semi-asfaltate e poco comode inmezzo alle montagne facendo curve su curve! Ma non appena si comincia a scendere dalle montagne improvvisamente lo scenario cambia e ritrovandosi inmezzo a delle coloratissime pianure. Ma c’e’ anche un altro motivo "poco naturale" per cui il paesaggio e’ pianeggiante che e’, ahime’, il frequente uso della "deforestazione". Qui vengono abbattuti alberi su alberi anche quando non e’ necessario, per aver maggior terreno a disposizione ma che in realta’ puo’ essere scarsamente utilizzato perche’ per deforestare bruciano tutto!
La guerra da queste parti ha profondamente segnato gli animi delle persone, al punto tale che gli americani se sono in gruppi numerosi (da soli non c’e’ problema), devono visitare i villaggi scortati dalla polizia poiche’ la gente anziana serba ancora forti rancori e non distingue cio’ che e’ passato e cio’ e’ oggi. Le bombe che sono state sganciate dagli americani, hanno inoltre lasciato delle profonde tracce che si trascinano ampiamente tutt’oggi. Moltissime delle bombe presenti nel territorio risultano inesplose e questo risulta essere un problema gravissimo, come in altre aree del mondo.
A Phonsavan, c’e’ un piccolo museo allestito da un’associazione non governativa inglese, il MAG, che nel mondo si occupa di divulgare notizie e raccogliere fondi ma soprattutto di addestrare persone (principalmente locali) per poi mandarle nei villaggi ad informare innanzitutto gli abitanti del pericolo e subito dopo a cercare le bombe ancora presenti per disinnescarle. Tramite il MAG ma anche i racconti di un alcuni ragazzi del posto, in particolare di Nam, un mio amico che guida i tuk tuk che e’ anche poliziotto in borghese, ho appreso un sacco di cose. Innanzittutto, 2 sono i grossi problemi attuali:
– in questi territori si innalza la percentuale di poverta’ del paese, la gente del posto non puo’ coltivare la maggior parte dellea sua terra per via delle bombe inesplose presenti nel territorio, ne risulta un basso numero di appezzamenti disponibili.
– la gente per guadagnare qualche soldo (parlo di cifre irrisorie, come 1 euro circa!), va in cerca dei pezzi di metallo che compongono le bombe per vendere appunto questi pezzi, cercando in modo "casereccio" di disinnescarle e la maggior parte delle volte, succedono delle catastrofi.
Resto pietrificata all’interno del piccolo museo e ancora una volta mi pervadono i brividi e il senso di solidarieta’. Il minimo che posso fare e’ chiedere se posso essere utile, ma giustamente il MAG recluta gente del posto e non prende volontari. Lascio un mio piccolo contributo…
Per saperne di piu’: http://www.mag.org.uk
Il giorno seguente sono seduta a fare colazione in un piccolo bar all’angolo della strada. Mentre mangio la mia omelette con la baguette e sorseggio il mio the’, noto un uomo piccolo piccolo sporco che passa e coi suoi occhioni neri mi fissa. Le cameriere lo cacciano malamente peche’ non vogliono che quel poveretto infastidisca i loro clienti. Io gli compro una baguette col pomodoro e delle uova, glielo regalo e ne vado…
(Vang Vieng, 29 marzo 2008)