Chapter 9: LA PICCOLA CITTA’ FRANCESE DELL’ASIA

Luang Prabang e’ cosi’ "francese"! Oh la’ la’, un francese tutto suo…lo si sente nell’aria e nelle vie.
 
La guest house e’ molto accogliente, soprattutto grazie alla famiglia che la gestisce, la proprietaria gia’ la chiamo "mamy" perche’ coccola tutti con grande affetto. La mamy e’ una simpatica donnina laotiana di mezza eta’, costituzione esile, piccola statura e due occhi strabici che mi fanno un’immensa tenerezza.
 
Se si esce dalla viuzza della guest house che e’ parallela alla via che costeggia il Mekong, costellata di tranquilli localini la sera illuminati a festa, e si prosegue sulla destra, si arriva direttamente al centro in cui ogni sera ha luogo l’immancabile mercato notturno della citta’. Da qui quindi (ahime’) ci si puo’ buttare nella calca dei locali e ristoranti turisticamente piu’ frequentati.
 
Le viuzze sono appunto molto stile francese coloniale del secolo scorso, ma non e’ un caso, poiche’ il Laos e’ stata colonia francese nel periodo indocinese. Molti vecchietti parlano il francese e le scritte davanti ai palazzi pubblici sono ancora bilingue. Ad ogni modo le viuzze sono graziosissime e basta semplicemente passeggiare per respirare la citta’. Casette basse in legno, al massimo due piani, coi vasi riccamente variopinti di fiori, che s’intravedono dietro a recinti fatiscenti che comunque si incastrano perfettamente con l’ambiente. Fiori ovunque, dentro e fuori le casette. I colori di ciascun edificio, sono armonicamente accostabili a quelli di un altro. Le casette si alternano molto frequentemente a qualche tempietto coi suoi monaci sempre meno riservati, che anche se non si legge la Lonely Planet per venirne a conoscenza, e’ inevitabile non imbattercisi. Nell’insieme, un meraviglioso paesaggio racchiuso nel letto di due fiumi convergenti, quello del Mekong e quello del Nam Khan. Insomma tuttocio’ che si puo’ vedere a Luang Prabang e’ facilmente raggiungibile a piedi..al punto che il primo giorno mi son fatta a fette tutta la citta’! Nello stesso giorno, ho deciso di oltrepassare il fiume sull’altro lato e di addentrarmi nella foresta adiacente alla ricerca di qualche sperduto villaggio. Detto fatto, ritrovandomi a pochi chilometri di cammino, in un piccolo villaggetto e un tempio semi-decadente con qualche monaco-bimbo curioso che si affaccia dalla sua stanza. Il villaggetto e’ fatto di sole casette di legno e in qualche casetta posso trovare le donne che filano tessuti. Le donne piu’ sorridenti che abbia mai visto. L’ora in cui ho scelto di farmi la scampagnata non e’ la piu’ indicata, fa un caldo incredibile, cosi’ decido di rientrare verso LP. Percorrendo una via e l’altra sono riuscita a trovare dove depositare le bottiglie di plastica vuote, al "Centro dei bambini", con questo semplice gesto loro ci guadagnano un po’ di soldi vendendole insieme alle lattine e alle pile. Scegliamo di salire a vedere l’ultimo tempio all’ora del tramonto, momento migliore per godercelo, insieme ad un altro migliaio di persone!
 
Il giorno successivo, andiamo via fiume alle grotte distanti qualche chilometro da LP in cui all’interno sono raccolte varie statue di Buddha. Dopo le grotte andiamo per alcuni villaggi, uno dei quali produce il whisky locale fatto col riso. Gia’ dal primo assaggio, sto ubriaca e ad un certo punto camminando inmezzo al mercatino noto che dentro a delle bottiglie di whisky ci sono in alternativa dei serpenti o degli scorpioni, che i locali aggiungono giusto per "aromatizzare" il whisky. Nel pomeriggio, andiamo alle cascate all’interno di un parco protetto, un posto paradisiaco, in cui ci sono delle piscine naturali di un blu verde smeraldo intenso, dove si puo’ nuotare e rilassarsi sotto qualche palmetta immersa nella laguna. E qui sto veramente in paradiso! Lungo il percorso troviamo un piccolo ofranostrofio per orsi asiatici e ci fermiamo. Questi orsi qui vengono trattati con molto amore (si vede) perche’ sono vivaci e fanno morir dal ridere coi loro giochi. Do’una piccola offerta comprando una maglietta con disegnate le zampine di orso. Proseguendo il sentiero, c’e’ il sito in cui viene accudita una bellissima tigre, provo a fotografarla ma si muove troppo! L’ultima sera prenotiamo il biglietto per Phonsavan. La nostra prossima destinazione e’ la misteriosa Piana delle Giare, raggiungibile con un "comodissimo" pullman locale di 8 ore (ufficiali).
 
Arriviamo cosi’ alla mattina della partenza…come promesso alla mamy lascio il mio libro di Kerouac appena finito di leggere, che ho apprezzato sempre piu’ man mano che sono andata avanti coi capitoli. In molte guest houses, soprattutto del sud est asiatico, e’ usanza di molti viaggiatori lasciare i libri appena terminati di leggere, quale solidale scambio verso il prossimo viaggiatore che passera’ da quelle parti. Ho inoltre lasciato la mia foto tessera alla mamy, che insieme a quelle di molti altri transitati da qui lascia il segno del suo passaggio alla guest house. E se anche a voi capita di passare da Luang Prabang alla guest house della mamy, date un’occhiata che ci sto io! Mi "trovate" pure in Thailandia al primo internet point sulla destra del porto principale di Koh Pangan, Thongsala…"sto li’"dal 2005…
 
(Vang Vieng, 24 march 2008)

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